La palestra

Capoeira e Autogestione: cos’hanno in comune queste due parole?

La palestra popolare di ZAM

Il gruppo Soluna a Milano ha deciso di allenarsi in una palestra popolare presente all’interno del centro sociale ZAM. Per capire questa scelta e che legame abbia con la Capoeira, dobbiamo andare alle radici stesse di quest’arte. Infatti dietro a musica e salti la Capoeira è qualcosa di molto più profondo.

La storia e la tradizione della Capoeira, narrate nelle canzoni, non sono facili da inquadrare e approfondire per chi non appartiene a questa cultura. Come molte storie mai scritte e tramandate oralmente per tradizione, anche la storia di quest’arte marziale è a volte confusa e ambigua, in molti casi leggendaria.

La palestra autogestita di ZAM
Senzalas, quilombos e capoeira

Senzalas e Quilombos

La Capoeira è giunta in Brasile intorno al XV secolo con l’arrivo degli schiavi africani. Gli schiavi venivano sfruttati nelle piantagioni, vivendo in pessime condizioni nelle Senzala (“Sem” significa “Senza”, “Alas” significa “ali” e fa riferimento ai muri divisori).

Nel 1600, durante il tentativo di invasione del Brasile da parte degli Olandesi, negli schiavi crebbe il desiderio di libertà e di fuga dalle Senzala: migliaia di loro riuscirono a scappare dalle fazendas verso le foreste e fondarono dei veri e propri villaggi autogestiti che furono chiamati Quilombos.

Il Quilombo più importante fu quello di Palmares, nella zona nord orientale del Brasile. Il Quilombo di Palmares fu una comunità autonoma che giunse a contare fino a 30.000 abitanti, per la maggior parte neri, fuggiti dalla schiavitù dei padroni bianchi. Negli anni divenne simbolo della resistenza degli africani e della lotta alla schiavitù. Non a caso in questo luogo visse e lottò, a metà fra realtà e leggenda, Zumbì, ultimo re di Palmares e personaggio immortale nella memoria brasiliana, simbolo di libertà e di resistenza.

Da Zumbì a Mestre Bimba

Zumbì è considerato il primo capoerista e a lui viene fatta risalire la Capoeira: inizialmente nata come arte di “defesa e ataque” delle comunità autogestite e successivamente diffusa fuori dai Quilombos anche agli schiavi ancora in catene.

Il governo brasiliano diede la caccia a Zumbì per molto tempo e, solo dopo 5 anni di assedio al Quilombo di Palmares e l’impiego di più di 5.000 soldati, riuscì ad averne la meglio. La morte di Zumbì divenne così leggenda e la sua fama giunse fino ai giorni nostri, divenendo simbolo brasiliano di lotta al razzismo e alle ingiustizie.

Utilizzata nelle Senzala di nascosto dai padroni, manifestazione del cuore africano di un popolo, la Capoeira divenne presto illegale dopo la fine della schiavitù. Solo negli anni più recenti grazie a Mestre Bimba, che codificò la disciplina sportiva chiamandola “Luta Regional Bahiana”, si riuscì a far tornare legale la pratica di questa arte.

ZAM Milano

Capoeira e autogestione

La Capoeira col tempo ha mantenuto la sua connotazione di lotta, evolvendosi con gli elementi acrobatici e comunicativi grazie a un maggior repertorio di ritmi di percussioni e canzoni. Di sicuro conserva nei principi fondanti la lotta al razzismo e alle ingiustizie, perseguendo gli ideali di uguaglianza e indipendenza dall’oppressione del potere costituito.

L’autogestione contribuì a generare, dunque, la Capoeira, rendendola espressione di intrattenimento e allo stesso tempo allenamento per una possibile lotta contro l’oppressione. La stessa radice contro razzismo e discriminazioni viene portata avanti tutti i giorni negli spazi autogestiti dai collettivi che li rendono vivi e combattono le varie forme di fascismo e discriminazione sociale.

Collettività sociali e capoeiristiche si assomigliano nelle dinamiche, nella gestione della comunicazione e del conflitto stesso, scientemente presente e affrontato, sfida nella Capoeira che attraverso una ricerca primitiva di contatto fisico abbatte usi e costumi dietro cui è barricata la società moderna.

Una canzone urlata al cielo, un grido di libertà.

Capoeira & ZAM

Disegno del logo Soluna sulla parete
Gruppo Soluna nella palestra

Professor Humano

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ZAM - Zona Autonoma Milano

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